Il Comune di Pollica partecipa al movimento internazionale Cittaslow (link alla Carta Costitutiva delle Città Slow), le “Città del Buon Vivere”, fondato nel 1999 e ispirato ai principi Slow Food. Il vivere slow tende a ricreare un nuovo umanesimo dell’essere e dell’abitare nei luoghi. È un nuovo concetto del vivere, del produrre, del consumare, del raccontare all’esterno le esperienze, i valori, le sapienze, l’arte e le scienze dei piccoli centri, delle terre ritenute marginali, delle province e periferie del mondo che, grazie alla Rete, si fanno centro.
Le Città Slow si impegnano a promuovere i valori di Slow Food, associazione fondata nel 1989 a Parigi da Carlo Petrini, per «la difesa del tranquillo e lento piacere materiale contro la follia universale della fast life», coinvolgendo più di 80.000 persone in 130 Paesi del mondo. Slow Food promuove il diritto al piacere della tavola e studia, difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche locali, rieduca i sensi assopiti a gustare e degustare, permette ai consumatori “educati” di indirizzare alla qualità – gastronomica, ambientale, sociale – le scelte produttive. Difende, inoltre, la biodiversità, i diritti dei popoli alla sovranità alimentare e si batte contro l’omologazione dei sapori, l’agricoltura massiva, le manipolazioni genetiche. Esso ha fatto del piacere gastronomico un atto politico, perché dietro a un buon piatto ci sono scelte operate nei campi, sulle barche, nelle vigne, nelle scuole, nei governi. Dietro a ogni ricetta ci sono i volti e le mani dei nostri nonni.
Cittaslow, in un mondo sempre più globale, conosce l’importanza della “territorialità”, intesa come radice, storia ed esperienza di ogni luogo che risulta, pertanto, l’unico antidoto contro lo spaesamento di residenti e dei visitatori nei confronti dei sempre più globalizzati, deterritorializzati “non luoghi” del mondo, tutti omogenei o simili, per offrire, invece, autenticità ed unicità.
La filosofia Cittaslow è un elogio alla lentezza, in contrapposizione ai deleteri effetti della velocità a ogni costo, in nome di modelli di vita e società fatti di “qualità lente”, che nelle amministrazioni e nelle cittadinanze concorrono a creare vivibilità, a proteggere e salvaguardare l’ambiente e il patrimonio culturale, a valorizzare le produzioni tipiche, a sostenere l’accoglienza, l’ospitalità e i servizi, ma, soprattutto, a studiare e valorizzare l’identità profonda di una terra per migliorarne il sistema complessivo e determinarne la rinascita. Perché questi luoghi, ritenuti marginali dalla tradizionale concezione di sviluppo, a differenza delle metropoli hanno una propensione naturale al”buon vivere” e sono potenziali incubatori di imprenditorialità del tempo libero puntando sulla diversità, l’immaginazione, la socialità. Il Comune di Pollica aderisce alla rete delle Città Slow con i propri prodotti, essi stessi Presidi Slow Food, quali le alici di menaica e il cacioricotta di capra cilentana; partecipando al Cittaslow Dinner Music e ai Mercati del Gusto di Orvieto; con iniziative locali quali il ” Il porto dei Sapori ad Acciaroli; con la propria autenticità di culla della Dieta Mediterranea. Pollica ha, infine, vinto il IV Premio Nazionale Cittaslow 2006 con il progetto “Galdo – Borgo di Teatro e Letteratura”, grazie alla “forza inventiva di ambientare un’operazione di recupero della letteratura e del teatro nello scenario di un piccolo centro del Mezzogiorno, (…) in un contesto caratterizzato da una debolezza e da un ritardo di iniziativa delle istituzioni e di vitalità socioculturale del territorio. (…) La stessa singolarità di dedicare le vie del paese a testi letterari finisce per determinare un intreccio interessante tra investimento sui libri e sulle pietre di un borgo medievale”.